Una “passeggiata per innamorarsi” a Somano
La passeggiata si snoda per un percorso di 5,8 km immerso nella natura, costellato dalle panchine in legno di rovere dell’artigiano-artista Beppe Leardi, che ricordano tutti gli avi che hanno duramente lavorato la terra, coloro che hanno dovuto abbondonare il nostro paese per cercare lavoro, anche oltre oceano
Come ci svela l’autore, «sedendoci sulle panchine possiamo decidere di guardare avanti, ognuno dalla sua parte, oppure girare la testa e voilà! Siamo poco distanti». Chi lo percorre sale sulla collina, entra in un bosco, si inerpica verso Bossolasco, ridiscende fino al Monumento della Resistenza per poi tornare in paese. Di panchine c’è ne sono ben 15. Quasi l’intero tragitto è percorribile in auto, in moto, in bici, ma per assaporare al meglio il tutto è indispensabile percorrerlo a piedi.
Lungo il percorso oltre al trovare la segnaletica ideata e costruita dall’artista Beppe, su legno di rovere ed incise a fuoco e a mano per poter durare ed essere leggibile nel tempo, si possono trovare dei pannelli che evidenziano alcuni scritti dei poeti che «nel tempo hanno descritto e valorizzato le gesta, le miserie, le persone, i sacrifici della gente di Langa».
Il percorso 🚶♂️🚗🚲
Il percorso inizia nel centro di Somano in piazza della Fontana dove troviamo le prime due panchine dedicate ai cari dell’artigiano Beppe Leardi, personaggi principali del romanzo scritto assieme a Maria Tarditi “Niente per caso”: il papà, la nonna e il nonno che a Somano hanno iniziato la loro “disavventura della vita”. Salendo in via Madonna, la via che guarda la Fontana detta “la Ruà” dove alla cima della salita, che un tempo era lastricata di selciato, si può ammirare il centro di Somano. Proseguendo verso la terza sosta, dove troviamo dei tavolini in cemento all’ombra, ideali per i picnic, troviamo la Chiesa del Monte Carmelo ed un portico a colonne che veniva utilizzato come riparo in passato. Anche questo è un punto molto panoramico. Nella Chiesa del Monte Carmelo dietro all’altare, troviamo un dipinto dov’è raffigurata la Madonna del Monte Carmelo e San Simone Stock in adorazione alla stessa. Il panorama che si può ammirare dalla sommità di questo bricco è veramente spettacolare e le due panchine posizionate vicino alla croce contribuiscono a godere appieno della visuale a 360° sull’Altalanga, sulla pianura cuneese e sulla Langa albese.
Da qui, spaziando con lo sguardo si intravede la frazione Altavilla. Avanzando dopo la Cascina Bicocca, la quale fu incendiata dai Nazifascisti a seguito di una rappresaglia partigiana, troviamo la quinta panchina. Della cascina, purtroppo, sono rimasti soltanto più i ruderi. Da qui inizia il percorso ciclabile. Dalla sesta panchina, si distingue l’inizio del grande bosco, dove si rifugiarono Lulù e la sua Squadra, che, per sfuggire ad un accerchiamento dei nazifascisti, i partigiani si diedero appuntamento sotto al Castagno secco. Louis Chabas, “Loulou”, non era un partigiano qualsiasi, ma il coraggioso partigiano “Lulù”, mito della Resistenza cuneese. Alla settima panchina scorgiamo gli apiari, qua si ammira un mestiere che dà lustro al nostro paese e unisce la passione per la natura e l’amore per lo stile di vita delle api.
Nei pressi di un grande pianoro, all’uscita del bosco, ci imbattiamo nell’ottava tappa dedicata ad Aldo Peisino reduce partigiano della guerra in Russia, uno dei pochi, il quale contribuì a fondare a Somano l’associazione delle Alpini e fu promotore del Monumento omonimo che si trova nella piazza Michele Ferrero. Inoltre, nel luogo si ricordano i lanci consistenti da parte degli angloamericani nel gennaio del 1945. Proseguendo il cammino troviamo il Rifugio-Monumento alla Resistenza caratterizzato da sobrie linee di architettura contemporanea e aperto con ampie vetrate sulla valle e sulle colline, costruito dai partigiani, che hanno combattuto e tenuto un presidio e un comando territoriale, a ricordo della lotta partigiana nella zona. Nell’edificio è stata allestita una piccola mostra fotografica sulle formazioni partigiane nell’Alta Langa e un altrettanto piccola esposizione di cimeli ‒ divise, armi, oggetti vari ‒ recuperati dagli stessi ex partigiani che lo hanno finanziato e costruito. Ritroviamo anche documentazione sull’“Islafran”.
La panchina posta in questo luogo è dedicata al padre dell’attuale sindaco del comune, Paolazzo Marcello, che fu partigiano e sindaco del Paese. Continuando verso la piccola e decorata Cappella dell’Annunziata, ci imbattiamo nella panchina dedicata all’Astronomo e pittore Giovanni Lorenzo Peisino: che partecipò come valoroso ufficiale di artiglieria a tutte le campagne della Grande Guerra e venne ferito in combattimento. Si arriva al capolinea dove troviamo il famoso ex Ristorante Albergo Conte D’aste.
Sotto ogni panchina è stato posizionato un cassetto con all’interno un album dove ognuno può scrivere le proprie emozioni e magari dolcezze e promesse che la posizione di quella seduta invita a formulare. La seduta è realizzata in legno di rovere resistente alle intemperie ed agli agenti atmosferici e non teme l’umidità che secondo l’artigiano Beppe Leardi «rappresenta la forza della gente langhetta che ha saputo sollevarsi dalla miseria e creare prosperità».