Cosa vuol dire stare in mezzo alle nuvole?
Stare in mezzo alle nuvole: Paolo e Monica di Slowfly Mongolfiere ci spiegano cosa vuole dire volare sospesi in aria, grazie a un gigantesco pallone ad aria calda.
«Un ragazzo, appena sceso, mi ha detto di aver già preso 80 aerei quest’anno. Ma niente, però, è lontanamente paragonabile alle emozioni provate in mongolfiera». Paolo Oggioni, pilota di mongolfiere con alle spalle migliaia di ore di volo ne ha sentite di tutti i colori da chi torna dopo quell’esperienza in cielo. «C’è chi per un’ora non parla, come ipnotizzato. O chi arriva apposta con l’elicottero privato. Ho visto proposte di matrimonio e rinnovi delle promesse coniugali, abbiamo festeggiato compleanni ed anniversari, abbiamo accolto persone portate da noi all’oscuro di tutto, anche bendate perché la mongolfiera rimanesse una sorpresa fino all’ultimo. Abbiamo visto lacrime di gioia, abbracci spontanei, sorrisi indimenticabili. Ma qui sei in cielo, si vedono le cose a 720 gradi, nemmeno a 360. È un’emozione enorme, meditativa. Alla fine, ognuno interiorizza a modo suo».
Paolo, assieme a Monica, che è la responsabile equipaggi, da tempo organizzano voli turistici con la loro flotta “Slowfly”. Nove “gioiellini gonfiabili” che possono trasportare da una a sedici persone.
Stare in mezzo alle nuvole: Mondovì è la città che vola
Paolo e Monica, cosa vuol dire innanzitutto volare in mongolfiera?
«Essere liberi. Sentirsi liberi. Galleggiare in quota giocando con i venti. Sentire l’odore delle nuvole. Certo, per poter arrivare ad avere il privilegio di goderne appieno, ci vuole tanto studio e tanta esperienza. Riuscire ad avere la completa padronanza del mezzo e sapere come gestirlo per tutta la durata di un volo non è cosa da poco. Ma quello che cerchiamo di trasmettere a chi vola con noi è passione e serenità. Per noi la mongolfiera è un balcone sul mondo. E tu, pilota, puoi decidere dove posizionarlo: puoi portarlo talmente in alto da permetterti di vedere il mare oltre le Alpi, o talmente in basso da sfiorare un campo di grano. Ogni volo è diverso, mai un volo uguale ad un altro. Dipende dalle condizioni meteo della giornata, dai venti che cambiano di continuo.
L’esperienza e la professionalità sono imprescindibili. Per pilotare un aeromobile serve ovviamente una licenza di volo. Per svolgere attività di volo passeggeri bisogna anche essere certificati dall’ENAC. La Slowfly lo è dal 2009: una garanzia essenziale per un servizio sicuro, in regola con le normative vigenti. La sicurezza è la nostra priorità».
Da dove si parte?
«La nostra base operativa è a Mondovì. Solitamente decolliamo dalla pista “Filippi” o dal parco Europa, ma abbiamo anche altre zone di decollo come Barolo e Canale d’Alba. D’estate partiamo la mattina presto, all’alba, o la sera tardi verso il tramonto. L’ideale è che le temperature non siano troppo elevate. Quindi in media “salpiamo” una o due volte al giorno. Il volo è di circa un’ora, poi dipende tutto dal vento. Alle diverse altezze si trovano venti con diverse direzioni e diverse intensità. Li utilizziamo per rendere unico il nostro volo. Possiamo andare molto in alto, letteralmente in mezzo alle nubi, o molto in basso: con la cesta si sfiora l’acqua del Pesio, dell’Ellero o del lago di Briaglia e con le mani possiamo raccogliere foglie dalle cime degli alberi. Dopo circa un’ora di volo cominciamo a cercare un posto adatto per un atterraggio in sicurezza. Alla fine, festeggiamo con il nostro “battesimo del volo”. Un rito “sacro”, ma su questo vogliamo mantenere il segreto…».
Cosa si vede da lì in alto?
«Tutto: la flora, la fauna, l’orografia attorno a Mondovì Piazza. Vedi tutto da una diversa prospettiva. Le colline si appiattiscono e le differenze tra colline e pianure si annullano. Scopri scorci inaspettati, anche i posti che conosci meglio sono diversi. Ma non è solo quello che vedi. É come lo vedi. La serenità trasmessa dal volo in mongolfiera ti permette davvero di vedere tutto con occhi diversi. Non si può capire a parole, serve provare. Anche se, noi piloti quando siamo al comando sentiamo ogni minimo fruscio, il volo è in assoluto silenzio interrotto solo dal rumore del bruciatore: respiri la leggerezza, sei semplicemente libero».
Sospesi in aria, in un gigantesco pallone ad aria calda: funziona così, no?
«Sì, è il principio di Archimede. Facciamo sempre il paragone con il sottomarino: l’atmosfera è un fluido, così come il sottomarino si riempie d’aria per salire e scendere, altrettanto fa la mongolfiera. Scaldando, l’aria diventa più leggera: le molecole si distaccano e la differenza di peso con l’atmosfera aumenta. Così si sale, arrivando “in galleggiamento” e poi si mantiene la quota riscaldano giusto un po’».
Clicca qui per il sito ufficiale di Slow Fly. Paolo Oggioni è pilota commerciale dal 1999 ed è stato 3 stato volte campione d’Italia (2009, 2010 e 2017) in mongolfiera. Slowfly ha partecipato a eventi internazionali in tutto il mondo, tra cui gli Europei in Francia (2009), Spagna (2011) e Ungheria (2015) e ai Mondiali sempre in Ungheria (2010), Giappone (2016) e Austria (2018).